Guns N’ Roses, ecco alcune curiosità (e riflessioni) su ”November Rain”

In questi anni i Guns N’ Roses ci hanno abituato al meglio con la loro musica, ma una canzone in particolare mi ha sempre incuriosito più di tutte ed è “November rain”. Sarà perché non si addice molto allo stile musicale del gruppo o sarà perché è oggettivamente bella da morire, questa canzone mi ha lasciato qualche dubbio che ho voluto indagare a fondo.

C’è da dire innanzitutto che Axl Rose si è ispirato ad un racconto di Del James, dal titolo “Without you” (“Senza di te”), contenuto nella raccolta di racconti “The language of fear”, pubblicato nel 1995. Il racconto narra di una rockstar di successo, Mayne Mann, dilaniato dai sensi di colpa e dalle paure ora che ha perso Elisabeth, l’unica donna che abbia mai desiderato davvero. La narrazione mette in scena il decadimento di un uomo che agli occhi del mondo ha tutto ciò che si possa desiderare, ma che senza l’amore della sua donna, non ha altro da fare che rifugiarsi nell’alcol e nella droga per sopire la sofferenza.

Anche il video si ispira al racconto – soprattutto nella scena iniziale, dove riprende fedelmente la descrizione fatta nel libro della camera dell’uomo – tanto che è al nono posto tra i video più costosi nella storia della musica. “November Rain” ha conquistato anche altri record, tra cui il più lungo assolo di chitarra per una canzone nella Top 10 statunitense.

La canzone si concentra più che altro sul concetto che nulla dura davvero per sempre, perché anche i sentimenti sono in continua mutazione. All’interno del testo, però, c’è anche un messaggio di speranza: visto che niente dura per sempre, anche le cose negative – qui perfettamente raffigurate dalla metafora della “fredda pioggia di novembre” – hanno una fine. Quindi perché avere paura di soffrire, se anche le cose più brutte, alla fine, passano? Una strofa che mi ha sempre fatto riflettere è questa:

“I know it’s hard to keep an open heart
When even friends seem out to harm you
But if you could heal a broken heart
Wouldn’t time be out to charm you”

(“So che è difficile tenere un cuore aperto quando sembra che anche gli amici siano lì per farti male, ma se tu potessi guarire un cuore spezzato, il tempo non sarebbe lì per incantarti?”)

Voglio perciò lasciarvi con questa riflessione: abbiamo tutti paura di soffrire, questo è chiaro. Ma se ogni giorno ci venisse data l’opportunità di salvare un cuore spezzato come il nostro, non sarebbe meraviglioso donarci completamente a questa richiesta? Il tempo sarebbe lì per ridarci ciò che credevamo di aver perso con altri occhi, quelli della persona che abbiamo deciso di amare. Siete d’accordo?

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