Rino Gaetano: i suoi capolavori nascosti (FOTO E VIDEO)

Salvatore Antonio Gaetano, noto ai più come Rino Gaetano, due settimane fa avrebbe compiuto 65 anni. Se non fosse morto, in circostanze ancora non del tutto chiare, nel lontano 1981, il 2 Giugno. Le ipotesi avanzate sul suo decesso sono molteplici, c’è chi ipotizza che sia stato volutamente ucciso poiché troppo scomodo a più di uno. Quel che è certo è che uno dei cantautori più importanti del secolo scorso, dietro ai suoi testi apparentemente disimpegnati, non le mandava certo a dire.

Come ha detto J-Ax poco tempo fa dopo aver cantato un brano di Rino (E io ci sto) insieme a suor Cristina e a tutto il suo team a The Voice “Ogni canzone di Rino è un capolavoro”. Certo, nei fatti, cantando la versione censurata, è stato un po’ meno impavido. Fatto sta che per la prima volta (video qui) su un’emittente nazionale Rino non è stato ricordato per le solite “Gianna” e “Ma il cielo è sempre più blu”. Andiamo quindi a scoprire 10 delle sue canzoni che solo i veri appassionati conosceranno già.

Capofortuna

Dedicata ad un politico, secondo la leggenda comunista, idolatrato dalle masse ma nel concreto decisamente poco lodabile. Con la sua ironia Rino esaspera il tutto, e questa canzone strapperà più di un sorriso. Malinconico, si intende.

Le beatitudini

Anche qui ironia e frecciatine alla politica e non solo, stavolta più generalmente. Per Rino sono tutti beati, chi non sa quel che fa, ed “i parlamentari ladri, che sicuramente lo sanno”. video qui.

E la vecchia salta con l’asta

Uno dei brani più controversi, nonostante varie ipotesi, nessuno è riuscito a capirne il significato. Probabilmente la vecchia è l’Italia, o la Calabria o forse l’Onestà. Come potrete ascoltare qui, la canzone ha anche un’atmosfera a dir poco singolare.

Mio fratello è figlio unico

Qualche anno fa uscì anche un film omonimo. Ma, anche se questa canzone è abbastanza conosciuta, sanno in pochi che questo originale ossimoro risale a Rino. E che suo fratello, figlio unico, non ha mai trovato il coraggio di operarsi al fegato.

E cantava le canzoni

Colpo di scena, in qualche discoteca estiva, sui nostri litorali capita addirittura di ballarla. Per non parlare di questo video, in cui, cantandola, Rino si prende gioco dell’obbligo di dovere usare il playback. Per primo.

Escluso il cane

Il cantautore crotonese lo aveva già capito e lo ripeteva sempre, non siamo altro che dei poveri cani, soli e smarriti, sostanzialmente. Amava la figura del cane, a cui dedica il pezzo appunto poiché sinonimo di emarginato.

Ti Ti Ti Ti…

Per fortuna (o capofortuna, come preferite) Ti Ti Ti Ti sta lentamente uscendo dall’oblio. E, in effetti, è difficile, se non impossibile, trovare un’altra canzone in cui un cantante si rivolge direttamente a chi lo ascolta, come se lo avesse davanti. Potete ascoltare questo capolavoro qui.

Ping Pong

Rino Gaetano era sempre stato un amante dei giochi, con una particolare dedizione per il ping pong. La canzone, dedicata al ping pong continuo che è la vita di ciascuno, fa parte, insieme ad “E io ci sto”, dei suoi esperimenti puramente “rock”, fatti pochi mesi prima della sua morte.

La ballata di Renzo

Testo risalente ai suoi esordi, poco fortunati. Doveroso ricordarlo poiché al povero Renzo avviene ciò che accadde anni dopo a Rino: in seguito ad un incidente, morì poiché trasportato di ospedale in ospedale senza che nessuno lo curasse.

Rosita

Rosita è un altro pezzo poco chiaro. Numerosi si sono interrogati e si interrogano sul suo significato. Sembra che, vestita di bianco, sia la donna ideale, quell’amore a cui i cantanti dedicano decine di canzoni, senza però sapere come effettivamente sia.

Come dicevamo, ogni canzone di Rino Gaetano è un capolavoro ed ha una storia a sè. Speriamo di essere riusciti ad accendere in voi la curiosità verso questo artista tutt’altro che banale. Quando sarete annoiati, scocciati, delusi dall’ennesima commercialata proposta, ascoltate un po’ di Rino, e vi riprenderete subito, rimpiangendo gli anni in cui la musica era una cosa seria, e quei cantanti che, come lui, putroppo non esistono più.

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