Vasco Rossi: ”L’artista non è perfetto, è la sua canzone ad esserlo” (VIDEO)

Ad aprire l’intervista a Vasco Rossi è “Il blues della chitarra sola”, contenuta nell’ultimo album “Sono innocente”, uscito nel 2014, e “Una delle canzoni alla quale sono più affezionato”, afferma Rossi, appena entrato in scena. Poi prosegue con il racconto della serata di lunedì all’Odeon di Milano – il cinema posizionato nel centro della città, proprio accanto al Duomo – per l’anteprima del film-concerto “Vasco Tutto in una notte LiveKom015” ripreso durante il live di Napoli nell’estate del 2015. Nel film, oltre ad esserci le riprese del concerto, ci sono degli intermezzi con le riprese notturne di Napoli, mentre una ballerina, Valentina (presente già nel video di “Come vorrei”), danza sulle note di Vasco, un prodotto “Del tutto nuovo qui in Italia”, sostiene Rossi. All’ingresso del cinema, ad attenderlo, c’erano centinaia di fan che lo acclamavano con cori da stadio, in sala si è svolto “Il concerto nel concerto”, soprattutto quando è partita “Rewind”, una delle canzoni più energiche del Blasco: “Abbiamo fatto un po’ di confusione, qualcuno ha scritto che sicuramente non ci inviteranno più in quel cinema”.

Ed è proprio sulle note di “Rewind” che Vasco racconta il potere di questa canzone: quando la canta nei concerti, all’improvviso volano sul palco decine di reggiseni. Vasco si definisce contento di tutta questa partecipazione, la considera l’apice della libertà, del divertimento e dell’energia, qualcosa, quindi, che va oltre al fatto che queste ragazze si spoglino.

Quando passa il video di “Ad ogni costo”, Vasco ci sorprende con un discorso del rapporto tra cantante e canzone. E’ sbagliato credere che l’artista sia perfetto perché egli è solo una persona: è solo la canzone, e il significato che porta, ad essere perfetta. L’artista, anche se parla per, e di te, anche se ti scarica i nervi in un momento negativo della vita, anche se ti dà energia, non è perfetto perché è un essere umano e anch’egli, quindi, deve fare i conti con la sua coscienza e i suoi sbagli. “Il blues della chitarra sola”, continua, “E’ proprio l’esempio perfetto, perché quando una chitarra sola comincia a suonare e parlare, parla e non scherza, dice quello che deve dire, anche quello che non vorresti sentirti dire, quello che non confesseresti neanche al tuo migliore amico. Quello lo dice la chitarra, però, perché l’artista starebbe zitto, continuerebbe a dire che è in piena forma, che non c’è niente che non va”.

Passano “Come vorrei” e “Quante volte” e l’intervistatore gli chiede come fa a scegliere le canzoni da inserire nella scaletta dei concerti, essendo quello di Rossi un repertorio molto vasto: “Di solito i pezzi nuovi, quelli dell’ultimo album uscito, sono il nucleo centrale del concerto. Poi mettiamo le canzoni più importanti, anche se solitamente molte vengono escluse, essendoci molte canzoni care ai fan. Fare la scaletta è sempre molto importante perché deve trasmettere un’onda emotiva: sono calcolate perché ci sia il momento di esaltazione, quello di emozione, di commozione, e così via. Quando arrivi alla fine è come se avessi fatto le montagne russe”.

L’intervista si conclude dopo la canzone “Il mondo che vorrei”: Vasco ricorda i quattro concerti che ci saranno allo stadio Olimpico a giugno e l’uscita del film in DVD e Blu-Ray, venerdì 18 marzo.

Scrivi un commento