Le più belle canzoni d’amore di Max Pezzali/883 [parte 1]

Max Pezzali e gli 883 hanno scritto una pagina indelebile nella storia della musica leggera italiana dagli anni Novanta ad oggi. Dalla penna del quasi cinquantenne artista pavese sono nati tanti brani divenuti veri tormentoni, che hanno contribuito a vedere oltre otto milioni di dischi. Un fenomeno di massa – non necessariamente inteso in termini negativi, tutt’altro – che Blogdimusica vuole celebrare attraverso una playlist.

Una playlist di alcune tra le canzoni d’amore più belle: sì, perché Max Pezzali è entrato nei cuori di diverse generazioni non soltanto per i ritornelli estivi e spensierati, ma anche per le sue semplici ma profonde e coinvolgenti ballad romantiche. I brani scelti seguono un ordine cronologico: in questa prima parte ci concentriamo su ciò che è uscito sotto il marchio 883, nella seconda puntata sarà la volta del Max Pezzali solista.

Come mai. “Le notti non finiscono all’alba nella via/ Le porto a casa insieme a me ne faccio melodia”. Chi non conosce l’incipit di questo capolavoro? È il 1993 e in Nord Sud Ovest est, secondo album del duo, costituito prettamente da pezzi ritmati, esce fuori questa traccia che, secondo le rivelazioni dell’artista, non doveva neppure far parte dell’album perché ricalcava le tradizionali ballata italiane. Fu il produttore Claudio Cecchetto a fargli cambiare idea: di fatto rimane uno dei pezzi più conosciuti degli 883 ed è a tutti gli effetti un classico, forse l’ultimo della musica italiana. Oltre a contribuire all’enorme successo dell’album (un milione e trecentomila copie vendute), è il secondo singolo più venduto in Italia nel 1994. Il brano viene proposto anche in una particolare versione con Fiorello che imita alcuni artisti della musica italiana: insieme vincono il Festival Italiano del 1993.
Ti sento vivere. Siamo nel 1995, album La Donna Il Sogno & Il grande Incubo. Mauro Repetto ha abbandonato gli 883 e rimane il solo Max. I testi a poco a poco diventano più intimistici e difatti di pezzi d’amore al suo interno stavolta se ne contano due. Il primo è Ti sento vivere, aperto da un assolo di pianoforte e caratterizzato dall’inciso “In tutto quello che faccio e non faccio ci sei/ Mi sembra che tu sia qui”. A tutti è capitato di essere innamorati, ma di non riuscire a dichiararsi perché “certe cose chiare dentro poi non escono, restano”.
Una canzone d’amore. Come può esprimersi l’amore? In concetti concreti e astratti, bisognerebbe solo avere le giuste parole, essere in grado di manifestare i propri sentimenti, magari riuscire ad entrare nei sogni della persona amata, dipingerli “sulla lavagna del [suo] cuore”. È la prima canzone scritta dal solo Max Pezzali, la più lunga del suo intero repertorio (5’32”) e certamente tra le più coinvolgenti, con uno splendido finale strumentale che andrebbe riascoltato più volte di seguito. Molto simpatico il video, che mostra Max nel giorno del suo matrimonio; ma non è altro che un sogno… o è realtà?
Nessun rimpianto. Giungiamo al 1997, album La dura legge del gol. Come ci si sente quando si è abbandonati dal proprio partner? Se lo chiede Max in quest’ennesimo successo, consapevole che col tempo la sofferenza passerà e lascerà spazio all’ottimismo.
Io ci sarò. Nel 1998 arriva il primo greateast hits, Gli anni, lanciato dall’inedito Io ci sarò. Qualunque cosa accada, “Nella buona sorte e nelle avversità / Nelle gioie e nelle difficoltà / Se tu ci sarai io ci sarò”. Il videoclip è tratto dalla più grande serata vissuta da Max Pezzali, l’indimenticabile concerto in Piazza Duomo a Milano davanti a 110 mila persone.
Nient’altro che noi. 1999, album Grazie mille
. È il quarto singolo estratto, caratterizzato da un dolcissimo giro d’armonica che segue le parole del ritornello “Non c’è niente al mondo che valga un secondo vissuto accanto a te […] perché niente al mondo mi ha mai dato tanto da emozionarmi come quando siamo noi, nient’altro che noi”. Non perdete il bellissimo videoclip a cartone animato prodotto da Stranemani.
Essere in te. L’album tuttora giudicato più controverso, Uno in più (2001), l’ultimo targato 883. La terza traccia, aperta con la chitarra di Alex Britti, non uscirà mai (inspiegabilmente) come singolo. Una canzone d’amore in pieno stile Max, con la calda voce di Syria ad intonare il ritornello finale.

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