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I Terroni Uniti firmano Gente do Sud

Musica e società e musica e politica costituiscono molto spesso binomi indissolubili: le canzoni a sfondo sociale, a volte di vera protesta collettiva su uno o più aspetti civili, costituiscono un lato molto marcato di tante tendenze musicali. Il tema di una classe politica fortemente inadeguata a soddisfare le esigenze della collettività, per esempio, è tra quelli più diffusi. Ma ce n’è un altro che non passa di certo inosservato: è lo storico gap tra Nord e Sud Italia, e la conseguente frattura tra le due parti della popolazione. È proprio questo argomento al centro di un brano prodotto da tanti nomi noti della musica meridionale, riuniti sotto la denominazione di Terroni Uniti.

Dalle colonne portanti della musica napoletana da decenni fino alle nuove generazioni, tutte insieme per un progetto musicale: si tratta di Massimo Jovine (99 Posse), Eugenio Bennato, Ciccio Merolla, Enzo Gragnaniello, James Senese, O’ Zulu’ (99 Posse), Eugenio Bennato, Speaker Cenzou, Valentina Stella, Daniele Sepe, Franco Ricciardi, Dario Sansone (Foja), Valerio Jovine, M’Barka Ben Taleb, Pepp-Oh, Francesco Di Bella, Simona Boo, Tommaso Primo, Andrea Tartaglia, Tueff, Gnut, Nto’, Roberto Colella (La Maschera), Dope One, Gianni Simioli, Carmine D’Aniello (‘O Rom), Oyoshe, Djarah Akan, Joe Petrosino, Massimo De Vita, Giuseppe Spinelli, Alessandro Aspide (Jovine), Sacha Ricci (99 Posse).

Artisti hanno partecipato all’incisione di una canzone nata in modo estemporaneo ed immediato, Gente do Sud, oltre sette minuti di musica (con videoclip diretto da Luciano Filangieri) nata in seguito alla visita del leader della Lega Nord Matteo Salvini a Napoli, avvenuta appena pochi giorni fa. Non è un brano di protesta contro quel rappresentante politico, ma contro le sue idee: è un inno contro il razzismo, un inno che celebra la grande capacità della gente del Sud di allargare le braccia ed accogliere il prossimo, recita il comunicato ufficiale.

L’ideatore massimo Jovine, storico bassista dei 99 Posse, fa notare che, contro quelle idee di chiusura, i napoletani devono scendere in piazza, mentre gli artisti hanno la necessità di far sentire la loro voce attraverso la musica. Una canzone d’amore, di solidarietà e di fratellanza da cui nascerà una intera compilation con incasso interamente devoluto ad Alarm Phone di Watch The Med, istituito nel 2014 da reti di attivisti e rappresentanti della società civile in Europa e Nordafrica.

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