Niccolò Fabi

Le 10 canzoni più belle di Niccolò Fabi (VIDEO)

Sono passati esattamente vent’anni dall’uscita di Dica, il primo singolo di Niccolò Fabi, e solo uno in meno dalla sua partecipazione al Festival di Sanremo con Capelli; ne è passata di acqua sotto ai ponti per un cantautore come lui, che si è fatto le ossa per anni nell’underground capitolino dividendo il palco con tanti musicisti e cantautori, covando creatività e passione in posti come Il Locale o l’Angelo Mai. Tanta strada prima di arrivare al primo posto nella classifica dei dischi più venduti in Italia, oggi, con “Una Somma di Piccole Cose”, appena uscito.
Vent’ anni densi, sudati, raccontati; ogni suo album rappresenta la traccia di un percorso artistico, musicale, umano, ed è lì a ricordarci che è questo che fa di un uomo un artista: la capacità di essere vero.

A celebrare il traguardo raggiunto, ma soprattutto l’intero percorso di uno degli artisti italiani più meritevoli del momento, abbiamo scelto dieci canzoni, le nostre preferite.

#10 Il Negozio di Antiquariato

Corre l’anno 2003 e dall’album La cura del tempo viene fuori questa canzone, una delle più rappresentative della discografia di Fabi.
Un’esortazione a cercare l’autenticità e a seguire la propria strada della meraviglia, ad ognuno la sua; a non aver paura di andare fuori da via del Corso, perché è lontano dalla massa, dalle vetrine e dall’omologazione che ritroviamo noi stessi, e preserviamo la nostra libertà di scelta.

#9 Ha perso la Città

Hanno vinto le metropolitane, i parcheggi in doppia fila, quelli multipiano vicino agli aeroporti, i centri commerciali nel fine settimana; ha perso la città, ha perso la comunità.
Dall’ultimissimo album Una somma di piccole cose, questa canzone racconta, con leggera, amara ironia come le città stiano sempre più perdendo la dimensione umana dell’incontro e della comunità a favore di grattacieli e centri commerciali, di un’alienante urbanizzazione.

#8 Elementare

“Un uomo sta seduto con un’ombra accanto, osserva l’ingresso del suo labirinto, ha il futuro che lo insegue, il passato gli è davanti ma lui, lui resta li”
Un brano emotivamente intensissimo, nato dopo la tragica perdita della figlia, nel 2010.
“Rispetto alle altre canzoni non è stata scritta a distanza dal sentimento provato, ma nel momento stesso in cui sentivo quelle sensazioni. Ci riconosco il sapore dell’immediato: è un brano che mi rimarrà sempre addosso”.

#7 Lasciarsi un giorno a Roma

Un amore finito, la dedica di un uomo alla donna lasciata, l’invito a trovare dei motivi per pensare a se stessa, per superare il masochismo di chi non riesce ad accettare la fine di una storia.
“C’è soltanto un modo per riprendersi: lasciarsi un giorno e poi dimenticarsi.”
In definitiva una coltellata nello stomaco, sconsigliatissima ai deboli di cuore reduci da un amore finito.

#6 Una buona idea

Questa canzone è contenuta in Ecco, e conferma la proiezione ideale dell’intero album verso il futuro. La canzone afferma, essenzialmente, che a tutte le infinite mancanze che abbiamo, le nostalgie, i tempi e le persone che non torneranno, alle cose che ci sembrano ingiuste, a tutto ciò di cui ci sentiamo orfani possiamo far fronte soltanto partorendo nuove idee, costruendo. Mi basterebbe essere padre di una buona idea; basta proiettarsi verso il futuro e non rimanere orfani immobili.

#5 Senza Prudenza

“E allora dimmi se sognare è una professione, se è nata prima la paura o la religione, se di speranze ci si può sfamare, se un uomo ricco si può lamentare”
Un dubbio, forse inutile domanda di chi pensa a volte senza prudenza, da La Cura del Tempo.

#4 Lontano da Me

“Si parte per dimenticare o per cercare un altro mare, per avere un’altra vita, per poter ricominciare”
Alzi la mano chi non ha mai desiderato di allontanarsi da se stesso fuggendo lontano, raggiungendo posti sconosciuti per lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare da zero. Ma non si scappa da se stessi, perché alla giusta distanza la vista migliora, allontanarsi è conoscersi.

#3 È non È

Una riflessione sul senso che diamo alle cose della vita, su dove poniamo i nostri accenti.
“È la vita che accade, è la cura del tempo, è una grande possibilità”
Un invito a cogliere le occasioni, a combattere la passività e prenderci cura del nostro tempo.
Parole piccole e significati enormi.

#2 Sedici Modi di Dire Verde

“Cosi un uomo sa sedici modi di dire verde e un altro ne ha uno soltanto per dire addio”
Uno dei pezzi più belli contenuti in Ecco, disco del 2012 (premiato nel 2013 con la Targa Tenco come miglior album dell’anno)
Come lo stesso Fabi racconta in un’intervista, questo pezzo nasce da un’antica lettura. Un antropologo ha scoperto che nel linguaggio elementare di alcune tribù dell’Amazzonia esistono sedici parole per indicare le varie tonalità del verde.
“Noi nella nostra civiltà abbiamo trovato mille sinonimi della parola malinconia o nostalgia, che forse nella tribù non esiste nemmeno, loro sedici parole per dire verde” afferma lo stesso Fabi.

#1 Costruire

Non ce ne vogliate ma questa volta non vi abbiamo stupito: al primo posto non poteva che esserci lei. Singolo del 2005 che ha anticipato l’uscita nell’anno seguente dell’album Novo Mesto.
“Ah si vivesse solo di inizi, di eccitazioni da prima volta quando tutto ti sorprende e nulla ti appartiene ancora”.
Potremmo citare ogni frase e raccontare di quanta pienezza contiene, di quanta emozionante verità, saggezza, di quanto vissuto. Dopo gli inizi, gli entusiasmi, dopo le emozioni delle prime volte, c’è tutto il resto, e tutto il resto è giorno dopo giorno. Chapeau.

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