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- Autore: Redazione BlogDiMusica
- Pubblicato: Giu 18, 2016
- Categoria: Personaggi
Numa, una voce a servizio del prossimo (FOTO E VIDEO)
Numa nasce a Roma sotto il segno dei gemelli, della musica e della solidarietà.
A primo impatto colpisce la bellezza della moglie del grande chitarrista Phil Palmer, poi la senti cantare e la sua voce ti spalanca le porte di un mondo nuovo, fatto di armonia e solidarietà.
Blog di Musica a sua volta ha aperto le porte a Numa, e abbiamo approfittato della sua disponibilità per toglierci alcune curiosità legate alla sua carriera e non solo.
Numa, cantante, produttrice e discografica. In quale di queste vesti si sente più a suo agio?
“Tutte, senza dubbio. Perché sono espressioni ed attività che fanno parte di me, in egual misura, e rappresentano l’evoluzione della mia esperienza artistica. Sono certa che ogni persona, se si apre alla vita e si ascolta dentro, può sviluppare mille talenti e passioni. Io, per esempio, amo anche scrivere testi, ballare, fare studi olistici ed ognuno di questi ambiti, oltre alla mia professione, arricchiscono anche il mio quotidiano.
Ciò che ho dentro è poi quello che manifesto e realizzo, anche intorno a me”.
Moglie del celebre chitarrista Phil Palmer, negli anni questa etichetta ha più aiutato a crescere Numa o ha rallentato il suo percorso artistico?
“Non la definirei un’etichetta, ma la celebrazione di un amore che dura da 20 anni, attraverso i quali ci siamo tanto sostenuti ed aiutati, soprattutto nelle difficoltà, e che hanno permesso una vera e propria fusione dei nostri caratteri, dell’esperienza e dei percorsi fatti insieme, ma soprattutto del nostro amore e della nostra musica, che portiamo avanti anche per scopi umanitari.
Sono orgogliosa e felice di essere “ in PALMER”, come di questa fede che porto al dito e come di quando Phil mi ha detto: “Ma poi lo metti il mio cognome anche sul passaporto?”
Phil è un “old fashion”, un gentleman alla vecchia maniera, che dà ancora importanza a quei valori che sembrano ormai dispersi nella società “moderna”. Con devozione, protegge sua moglie e la sua famiglia come un cavaliere di altri tempi.
Sono libera dai gossip o dai luoghi comuni, perché chi rimane imbrogliato da dinamiche e pregiudizi legati alle parentele e alle carriere altrui, fatica ad avere una propria identità ed una forza altrettanto potenti. Non c’è tempo per prestare attenzione a ciò che gli altri possono pensare, e poi devo dire che chi mi segue ha chiarissima la mia identità. Fortunatamente fin da bambina ho avuto una personalità ben definita, e crescendo mi sono costruita un’esperienza solida: cuore aperto ma piedi saldi a terra!
Tornando alla tua domanda, io e Phil siamo complici, amici e alleati e questo ci fa lavorare bene, con generosità reciproca.
Spesso ci capita di trovarci a fare tour e promozioni paralleli, ma separati. E qui entra in ballo la maturità di sapere di essere due entità distinte, libere, ma unite nel profondo. Ciò che desideriamo fortemente è mantenere un profilo qualitativo e professionale alto, rimanendo allo stesso tempo semplici e fedeli a noi stessi.
Il mio destino e la mia carriera sono solo nelle mie mani ed il suo cognome lo porto per amore”.
Pino Daniele, George Micheal, Eric Clapton, Renato Zero sono soltanto alcuni nomi che hanno collaborato con lei. Quali di questi ha preferito e perché?
“L’arte, il cuore e la personalità di questi artisti vanno di pari passo. E conoscendo anche il loro lato umano, non riuscirei a fare una classifica. Li rispetto troppo.
George è forse il personaggio più complesso. Un grande talento naturale, dall’animo sensibile, generoso, ma vulnerabile, sfuggente.
Eric, uomo con i piedi per terra, un vero professionista; un gentleman con grande senso dell’umorismo.
Ancora, Pino: uomo adorabile. Buono, dolce, sensibile, geniale nella sua arte, amabile, caparbio. Uno stimolo di creatività continua.
E Renato, la perfezione della professionalità e – lo dico avendolo visto con i miei occhi – insieme a pochi altri artisti internazionali come Bruce Springsteen, Madonna, Michael Jackson, Celine Dion, lui è il più preciso, serio, puntuale, rigoroso, creativo, e dedito che conosca”.
C’è qualche artista con cui non ha collaborato, ma è nei suoi progetti futuri?
“Sono sempre pronta a cogliere le giuste collaborazioni, senza pormi limiti, perché penso che possano essere una grande ricchezza per chi si definisce artista.
Tra le mie priorità, al momento, c’è un brano al quale tengo molto, il cui testo è scritto da Renato Zero.
Desidero con tutto il cuore far conoscere questa canzone al pubblico perché contiene delle parole ed una melodia meravigliosi!
In più, ho progetti con Unicef, per continuare ad accrescere e sostenere la solidarietà fra gli esseri umani, diversi per culture e realtà, ma uguali nel sangue delle loro vene.
Quindi, non appena si presenterà l’occasione giusta con altri artisti con i quali condivido dei valori,
l’abbraccerò per poter muovere la musica in queste direzioni costruttive”.
Da sempre molto attiva nel sociale. Quanto e in che modo la musica può aiutare il prossimo?
“La musica ispira sentimenti ed emozioni, e può aiutare il prossimo in tantissimi modi.
I testi, le melodie vanno oltre le nostre resistenze e ci raccontano realtà che magari neanche immaginiamo. Ci aiutano a sognare e a creare soluzioni e prospettive nuove.
Incoraggiano i cambiamenti, a volte in maniera poetica, altre in maniera dirompente.
Gli artisti stessi, con in loro esempio in musica, diventano icone e possono guidare le coscienze in maniera subdola ed egocentrica, o donare davvero sollievo, incoraggiamento, pause di riflessione.
La musica è lo specchio della vita, con tutte le sue più complesse diversità. E’ la proiezione dei nostri sogni, la colonna sonora delle nostre storie d’amore, delle nostre estati. Ci fa compagnia a lavoro, quando siamo imbottigliati nel traffico in auto, o quando siamo in viaggio. Spesso utilizziamo i testi delle canzoni per mandarci messaggi, per dichiararci. A volte, protestiamo anche con i versi delle canzoni.
La musica può davvero innalzare la consapevolezza degli esseri umani in maniera subliminale e pacifica, se ci si assume la responsabilità di poterla usare anche per questo scopo; per parlare d’amore, di pace, di amicizia, di solidarietà e speranza. Per gridare un disagio, per chiedere aiuto, per fare beneficienza. Per far sentire che siamo vivi e che esistiamo.
La musica è una missione per chi la fa ed uno strumento potente per chi la riceve. Se lo si vuole, e lo si sceglie, la musica è l’esperanto del mondo, per parlare una sola lingua di pace, laddove le differenze purtroppo scaturiscono guerra e morte”.
Perfino l’UNICEF non è rimasto indifferente ad un’iniziativa come questa, tanto da farne venir fuori una vera compilation. Un’ulteriore conferma della bontà del progetto?
“Con Unicef ci stiamo impegnando ad aderire alle loro importanti campagne di beneficienza e di sensibilizzazione, attraverso “Promised Land/Noi Siamo amore”, un progetto internazionale che nasce dall’autentico desiderio di portare un inno di pace nel mondo, per raccontare con delicatezza questo eterno momento di fughe da guerre, barriere religiose e politiche, per denunciare i conflitti sociali e le violenze. Un messaggio di preghiera e di speranza per tutte le popolazioni del mondo, ma soprattutto per i bambini che sono le vittime più immediate ed innocenti della fame, delle conseguenze delle guerre e dell’avidità umana.
La terra promessa è un luogo che esiste nel cuore di ognuno di noi, e sta proprio a noi riscoprirlo, riconoscerlo e realizzarlo; capire che gli altri siamo noi e che l’idea della sopraffazione è un’illusione, che ci porta solo all’autodistruzione reciproca.
Dovremmo ricordare a chi è più fortunato di non voltare mai le spalle, di offrire quindi empatia e consapevolezza, per la pacificazione degli animi e degli intenti. Infatti il nostro desiderio è poter andare sul campo e portare una testimonianza vera, un po’ di gioia e sollievo dove c’è solo misera e disperazione.
Quindi tutti noi, nel nostro piccolo, possiamo fare qualcosa perché l’indifferenza è l’arma peggiore, che uccide quasi più delle bombe. E chi percepisce l’indifferenza come una forma di protezione, sappia che è la strada giusta per poi esserne in prima persona vittime, e quindi non poter ricevere alcun aiuto semmai un giorno dovessimo averne bisogno. La vita è una ruota che gira: io la leggo come karma.
Unicef rappresenta la propria collaborazione al progetto con la compilation “Noi Siamo Amore – Noi Siamo Unicef”, prodotta da Alberto Zeppieri (produttore discografico e presidente Unicef Udine) e Mimmo Pesce (presidente Unicef Napoli) con la direzione generale del presidente nazionale Unicef Paolo Rozera. Un prodotto che si può richiedere privatamente, come gesto assolutamente personale ed individuale, a Nunzio Russo editore, attraverso Facebook, e che verrà spedito direttamente a casa.
Molti gli artisti hanno regalato il proprio contributo a questo disco, tra i quali Ron, Noah, Vanoni e tanti altri amici.
Inoltre, il progetto prevede anche due videoclip per “Promised Land” e “Noi siamo Amore” (versione italiana del progetto, con testo di Vincenzo Incenzo, ispirato da Renato Zero) – patrocinati Unicef – interamente dedicati ai bambini, con immagini ufficiali dei presidi Unicef sui campi di crisi, dove ci sono guerre o calamità naturali, e dove purtroppo in ogni momento, ci sono bambini e adulti che lottano tra la vita e la morte.
Gli interventi umanitari possono fare la differenza, e questo va assolutamente raccontato e testimoniato.
La musica, quindi i testi e le immagini, sono veicoli potenti. Questo è il nostro forte intento.
Questa è la missione della mia vita che ho abbracciato attraverso la musica”.