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- Autore: Redazione BlogDiMusica
- Pubblicato: Mar 6, 2016
- Categoria: Concerti, Recensioni
Francesco De Gregori: Amore e Furto, ma anche tanta musica (RECENSIONE)
Francesco De Gregori non ha bisogno di presentazioni e, soprattutto, di ulteriori complimenti; ma la prima data ufficiale (dopo la data zero) del suo “Amore e Furto Tour 2016” non ha fatto altro che confermare la grandezza del “Principe”.
Per il concerto dell’Atlantico, De Gregori, ha deciso di modificare la scaletta della data zero e non è detto che non lo faccia di volta in volta. In pochi possono permettersi di ritardare l’inizio del concerto di un quarto d’ora e di farsi comunque amare dal pubblico in attesa, Francesco De Gregori è uno di questi.
Ecco il racconto della serata:
Il concerto si apre con “De Gregori canta Bob Dylan – Amore e Furto”, progetto in cui il cantautore si è cimentato per omaggiare l’artista a cui è sempre stato accostato. Un primo tempo passato su “Via della povertà” e seguito da “Acido Seminterrato” e “Non è buio ancora”; il Principe ci tiene a giustificare il leggio di fronte a lui, non vorrebbe mai oltraggiare Dylan con qualche dimenticanza, che invece può permettersi nei suoi pezzi…tanto non lo nota mai nessuno. Entra in scena la corista, anche violinista, per “Servire Qualcuno” che dà poi spazio a “Non dirle che non è così” e “Mondo Politico”.“L’atmosfera è buona, lui non c’è”, quale momento migliore per interpretare il pezzo più rappresentativo di questo disco di cover? “Un Angioletto come te” cattura il pubblico dell’ex Palacisalfa, emozioni uniche. A chiudere il primo tempo dello spettacolo è “Come il giorno”, che permette al Principe e alla sua band di prendersi un quarto d’ora di pausa per abbandonare i panni di Dylan e indossare quelli di Francesco De Gregori.
Il secondo tempo si apre con una dedica a Pasolini: “A Pà”. Un ritmo più serrato segue il primo pezzo, tocca a “Adelante, Adelante!” e tutto il pubblico viene trasportato sul “camion carico di sale”; “In onda” porta le sonorità di “Calypsos”, album pubblicato dal principe nel 2006 ad un solo anno di distanza da “Pezzi”. 10 anni prima usciva “L’agnello di Dio”, che tanto scalpore ha suscitato nel mondo cattolico, mettendo il Principe di fronte a una serie di accuse risolte in un abbraccio. Il pubblico è fantastico, asseconda l’artista in ogni sua mossa ed è la volta de “La Storia” che, d’altronde, siamo noi. Quasi a non voler spezzare l’epicità del momento, arriva subito “Generale” che, anche chi si trovava lì per ammirare un pezzo di storia della musica esibirsi, ha cominciato ad intonare.
“Cose” anticipa “Buonanotte Fiorellino” che, con la sua semplicità disarmante, incanta i presenti e sognare non è precluso. È arrivato il momento di salpare, viaggiando, possibilmente, in prima classe: “Titanic”, “I muscoli del capitano” e “L’abbigliamento di un fuochista” sono i pezzi prescelti per trasformare l’Atlantico in un oceano. “Gambadilegno a Parigi” e il ritmo vagamente country di “Numeri da scaricare” aprono le porte al gran finale targato “Rimmel”: “Pablo” e una bellissima versione di “Rimmel”, brano dal quale prende il titolo l’album, fanno sì che le luci sull’Atlantico si spengano, ma che i cuori non smettano di illuminare il luogo dell’evento. Del bis fanno parte “La donna cannone” e, per chiuderla in nome di Dylan, “Fiorellino #12&35”.