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- Autore: Redazione BlogDiMusica
- Pubblicato: Feb 7, 2016
- Categoria: Concerti, Recensioni
Subsonica: Una Foresta nei Club (RECENSIONE)
Un viaggio nella storia, nel tempo, nei Subsonica caratterizza il tour del gruppo torinese “Una Foresta nei Club”. Per celebrare i 20 anni di attività, la band ha dato vita ad uno spettacolo in cui storia e musica si incrociano e la prima ha forte influenza sulla seconda.
Andiamo con ordine, il locale, manco a dirlo, è lo Spazio900 di Roma; la data era la seconda prevista nella capitale per via del sold out della prima. Le canzoni per ogni album saranno 3, per poi concludere con un pezzo molto particolare. Pronti, via!
Il calendario torna al 1997, l’album è “SubsOnicA”, quello dell’esordio; le canzoni prescelte sono “Come Se”, “Istantanee” e l’atmosfera reggae di “Cose che non Ho”; Samuel toglie la camicia per acquisire agilità nei movimenti che, diciamolo, lo caratterizzano da sempre. Un salto nel 1999 porta l’attenzione su “Microchip Emozionale”, il secondo lavoro della band, l’atmosfera cambia e i pezzi diventano sempre più ‘elettronici’: “Sonde”, “Aurora Sogna” prima, poi “Colpo di Pistola” è l’ultimo brano scelto dall’album e ci spara direttamente nel 2002; nell’introduzione ad “Amorematico” viene citata la strage dell’11 settembre del 2001 e il cambiamento che ha comportato nel mondo questo evento, influendo moltissimo anche sulla musica. I brani selezionati da quest’album sono “Albascura”, la romantica “Dentro i miei Vuoti” e “Gente Tranquilla”.
Arriviamo così al 2005, anno in cui gli spaziali Subsonica decidono di abbandonare la loro casa e di spostarsi sulla Terra per pubblicare “Terrestre”: “Corpo a Corpo”, la catartica “Abitudine” e, il pezzo più famoso dell’album, “Incantevole”, ispirata da una nevicata in un giorno di registrazioni. La macchina del tempo ci porta poi nel 2007, a portare “L’Eclissi” sono “Ali Scure”, introdotto da un discorso sulla guerra in Iraq e da un elogio a Gino Strada da parte di Max, il “Centro della Fiamma” e “Veleno”.
Dopo essere tornati sulla terra, i Sub riportano il pubblico in un luogo magico, questa volta a fare da sfondo alla loro esibizione è “Eden”: “Il Diluvio” precede la carica infinita portata da un pezzo come “Benzina Ogoshi” (non stiamo qui a descrivere la reazione del pubblico a questo pezzo, parlano i lividi) e “Istrice” a chiudere in bellezza il trittico. Arriva, infine, il 2014 – il momento più atteso dai fan più recenti – e “Specchio” prima, “I Cerchi degli Alberi” poi, creano terreno fertile per “Lazzaro” (anche qui, come nel caso di “Benzina Ogoshi”, pubblico in visibilio).
A chiudere in bellezza, un pezzo che, come dichiarato dalla band, è stato scritto per gioco, per avventurarsi nell’esperienza Sanremese che tanto aveva diviso il gruppo al momento della possibile partecipazione. “Tutti i miei Sbagli” non ebbe grande successo al Festival, si classificò ottavo…ma il seguito lo conosciamo tutti.
Se vi consigliamo di andarli a vedere? Assolutamente sì, la capacità di tenere in pugno il pubblico di Samuel, lo stile infinito di Max e della sua chitarra, i colpi chirurgici di Ninja alla batteria, il timing perfetto di Vicio e le magie di Boosta alle tastiere valgono ben più del prezzo del biglietto.