Triplo Cremonini: tutto ciò che c’è da sapere su Più Che Logico

Quella del live è sempre stata un’ossessione immensa per Cesare Cremonini. Che suona dal vivo da sedici anni, ma si sente ancora un esordiente. Uno di quelli che ha dovuto chiudere la fenomenale, ma fragile e fugace, parentesi dei Lunapop e ricominciare da capo. Senza il suo vecchio pubblico e con nuova gente da conquistare. Con tanti pregiudizi da oltrepassare. Ha vissuto anni di concerti non pieni. Di ascoltatori che non riuscivano a percepire un talento che a lungo andare ha abbracciato tutti.

Il crinale è rappresentato dal doppio duetto del 2010 (Mondo con Jovanotti ed Hello con Malika Ayane) che ha capovolto le carte in tavola. Ha iniziato a vedere i Palasport pieni per una serata con Cesare sino all’ultimo esorbitante tour che ne ha tratteggiato caratteri favolistici.

Se con La Teoria dei Colori aveva confermato il suo status in costante crescendo, Logico – solo un anno fa – ha alzato l’asticella e aperto nuovi orizzonti musicali. Ha creato un canale e stabilito contatto vero col pubblico. Ed è questo che ha portato Cesare Cremonini a giocarsi il secondo tempo di Logico. A far rivivere l’intero concerto di Torino dello scorso autunno in un triplo album da brividi.

Se nella prima parte emerge tanta vitalità firmata dai successi di Logico, PadreMadre, Il Comico o 50 special, il secondo lato del disco è controllato in gran parte dall’emozionante piano e voce che Cesare ama riservarsi. Lui, il pianoforte e le canzoni spogliate dai loro arrangiamenti e riprodotte nude, com’erano durante la prima stesura. Non manca l’impetuosa energia, da GreyGoose a Marmellata #25 passando per Mondo e Le sei e Ventisei.

Ma il Più Che Logico ha modo di esistere grazie ai quattro inediti che popolano l’ultimo cd: Buon Viaggio (Share The Love), Lost in The Weekend, Quasi Quasi e 46. La prima, oramai un treno in corsa su ogni stazione radiofonica, è l’antipasto leggero che a ritmo di Share The Love ha già conquistato il grande pubblico.

La seconda, Lost in The Weekend, è destinata a farlo in tempi brevi. Sarà la colonna sonora del tour che verrà e ricalca atmosfere inglesi anni ’80 che aprono viatici nuovi per Cesare. Punta il binocolo sul duplice mondo che gli si presenta nel fine-settimana e poi abbandona la descrizione per assorbirne le paure e trasformarle in amore.
Quasi Quasi è l’indice di un ritorno alle canzoni d’amore, quasi abbandonate nel disco precedente (se non per Io e Anna e Cuore di Cane). Il sound richiama subito attenzioni da osservare al Cesare che bisbiglia ad un amore oramai consumato che “non sto più pensando a te”.

E poi 46. Che è l’ultimo pezzo, ma ha il merito di conservare le prime note ascoltate dal pubblico di questo nuovo album. Il brano infatti, dedicato a Valentino Rossi e inno dello Sky Racing Team, circola già da mesi sul web ed è un insolito, quanto commovente, omaggio al talento immenso di Rossi, grande amico di Cesare da sempre attratto dai motori.

Quattro inediti e tanto live. In tutte le salse. Dalle emozioni da riassaporare di uno show completo alla scrittura intensa di Cesare, che nel suo cofanetto ha lasciato al pubblico sessanta pagine in cui racconta – con stile inconfondibile ed emozioni ossimoriche – i sentimenti che fanno quasi a pugni in tutti i momenti pre-concerto che accompagnano la sua giornata prima di salire sul palco. Laddove inizia tutto. Laddove la macchina sta ripartendo. È Più Che Logico.

Triplo Cremonini: tutto ciò che c'è da sapere su Più Che Logico

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