Buon compleanno Jim Morrison, 5 canzoni per ricordarlo (VIDEO)

L’8 dicembre 1943 nasceva a Melbourne James Douglas Morrison, detto Jim. Cantautore, icona del rock, poeta, leader carismatico della band The Doors: probabilmente il gruppo rock americano più importante della storia. Ha incarnato simbolicamente la contestazione giovanile sessantottina deflagrata dall’ateneo di Berkeley e giunta poi in tutta Europa,

Profeta della libertà, ha pagato con la vita i suoi eccessi, fatalmente contrassegnati dall’abuso di alcole e droghe. Jim Morrison è, con il chitarrista Jimi Hendrix e la cantante Janis Joplin, uno dei tre rocker caduti nella cosiddetta “maledizione della J“, caratterizzata dalla morte per tutti e tre i musicisti all’età di 27 anni e in circostanze mai del tutto chiare.

Per festeggiarlo, Blog di Musica ha scelto di stilare una classifica delle 5 canzoni più belle dei Doors.

Light my fire

Light My Fire non è quasi per niente di Jim Morrison e per questo Jim Morrison non la sopporta anzi, odia il fatto che il grande salto i Doors lo compiano grazie a quel pezzo. Lungo e scomodo, il brano, veicola messaggi spigolosi e irripetibili. Difficili da trasmettere. Invitati in Tv, Jim Morrison fa la promessa di camuffare un verso che suggerisce la droga, tranquillizzando il conduttore con la promessa di non cantarlo in diretta. Poi, quando le telecamere si accendono, inizia a cantare. E non leviga un bel niente.
Ecco il video.

The crystal ship

La favola non ha un lieto fine. Lei si chiamava Mary Werbelow.
Si lasciarono, all’improvviso, perché lei gli disse che la sua anima, lui, se la stava divorando. Riesce in qualche modo a rintracciarla e la stupisce, con una domanda assurda: “vuoi sposarmi?”. Lei che lo guarda e gli soffia un “No”. Era il 1968, lei stava per scappare in India. Jim era un Doors. Non si videro mai più.
Ecco il video.

L.A. Woman

L’idea gli venne nel 63 dopo aver sfogliato un libro di un drammaturgo scozzese, John Rechy, dal titolo “City of Night” (Città di notte), nel quale l’autore raccontava la sua esperienza di prostituto in un sordido e contaminato mondo. Morrison trasferì l’atmosfera a Los Angeles e cantò un’ode ambigua e sferzante a una ragazza del posto.
Ecco il video

Riders on the storm

L’ultimo pezzo registrato dai Doors è vagamente basato sulla strage compiuta da Billy Cook, un killer americano che fingendosi autostoppista uccise un”intera famiglia. Un”altra versione lega il testo di questa canzone ad un episodio della vita di Morrison: da piccolo, durante un viaggio con la famiglia nel New Mexico, assistette ad un incidente di auto in cui rimasero uccisi molti indiani. Come racconta lo stesso Morrison: un camion carico di Indiani aveva sbattuto contro un”altra auto o qualcos”altro: c”erano Indiani insanguinati che stavano morendo sparsi per tutta la strada. Ebbi la sensazione, in quel momento, che le anime di quegli Indiani morti, forse una o due di esse, stavano correndomi intorno, ed entravano nella mia anima.
Ecco il video.

The end

The end è la perfezione improvvisata, cresciuta ed esplosa mentre il gruppo la stava creando. Fu colonna sonora di un capolavoro, Apocalypse Now, da cui cattura e reinveste le pale degli elicotteri a splendido coronamento del pezzo.
Ecco il video.

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