Gli ultimi giorni di David Bowie, la convalescenza e la lotta al cancro

La mattina dell’11 gennaio tutto il mondo è rimasto colpito dalla notizia della scomparsa del Duca Bianco, così com’era soprannominato David Bowie.
A dirla tutta, che Ziggy Stardust avesse avuto qualche problema di salute era ben noto a tutti dal 2004, quando durante un concerto che stava tenendo in Germania fu ricoverato d’urgenza per sottoporsi ad un intervento di angioplastica. Da allora, le sue apparizioni in pubblico si fecero sempre più rare e ciò facilitò lo spargersi di false notizie sulle sue condizioni sempre più precarie.

Il rincorrersi delle voci sulle possibili condizioni critiche di salute di David Bowie non si fermarono nemmeno quando nel 2013 il cantante tornò sulle scene con “The next day“. Anzi, la pubblicazione del disco a sorpresa, il rifiuto di qualsiasi attività promozionale e di apparizioni dal vivo, fomentarono le voci relative a una diagnosi di Alzheimer. Voci immediatamente smentite al Telegraph da Tony Visconti, il collaboratore di David Bowie durante la fase conclusiva della sua carriera.

Ma nonostante fosse colpito da una malattia, e questa volta per davvero, Bowie continuò a lavorare alla sua ultima opera d’arte “Lazarus“, video che lo ritrae fragile, in un ospedale, cantare “Guarda quassù, sono in Paradiso. Ho cicatrici che non possono essere viste”.
Estremamente singolare è uno scatto che ritrae il cantautore britannico al Theatre Workshop di New York il 12 dicembre 2015 abbronzato, sorridente e rilassato, non l’immagine di un uomo colpito e afflitto da un male incurabile contro cui combatteva da diciotto mesi. Ma le “cicatrici che non si possono vedere“, il Duca Bianco, le aveva per davvero, quelle cicatrici che lo hanno portato via troppo presto per un artista geniale e innovatore come lui.

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