Sono nate così: Vasco racconta le sue canzoni (VIDEO)

Come vi avevamo anticipato, domenica sera è andato in onda uno speciale su Vasco Rossi, dal titolo “Vasco Rossi, sono nate così”: in questa intervista, condotta da Vincenzo Mollica, il cantante ha parlato di alcune tra le canzoni più famose che ha composto durante la sua carriera musicale. Abbiamo deciso di farvi un breve riassunto di quello che è stato raccontato durante la trasmissione, tramite i diretti interessati: i testi citati.

Albachiara. Vasco la considera la prima tra le sue “provo-canzoni” ed è nata in un giorno in cui – tramite un giro di chitarra – inizia a raccontare di una ragazza che vedeva scendere dalla corriera a Zocca. La descrive come semplice, ma intravedeva in lei una forza naturale. Logicamente è caduto nella provocazione per via dell’argomento toccato a fine canzone: la masturbazione. In quegli anni era considerato un argomento tabù, soprattutto se si trattava di quella femminile.

Siamo solo noi. E’ una canzone nata dopo un concerto. Durante la serata, Vasco cade dal palco, facendo una brutta figura davanti al pubblico: arrivato a casa arrabbiato come non mai, comincia a scrivere “Siamo solo noi”. E’ una chiara risposta generazionale ai genitori che si lamentano sempre dei figli. All’interno, però, c’è anche un messaggio di speranza: nonostante tutto, ce la faremo.

Vita spericolata. Per questa canzone, la cui musica è di Tullio Ferro, ci sono voluti mesi, in quanto tutti i testi che venivano in mente a Vasco, non erano soddisfacenti per quel tipo di musica. Finché, un giorno, in Sardegna, a seguito dell’annullamento del concerto che doveva tenere, Rossi guarda il cielo e sospira: “Voglio una vita…” e a seguire gli vengono in mente le parole “maleducata”, “spericolata”, e così via. A proposito di questo, l’artista fa una riflessione: oggi è tutto diverso perché ora si vuole una vita sicura. Allora l’atteggiamento era diverso, tanto che si disprezzava chi non voleva una vita del genere: “E’ per questo”, dice, “Che hanno sostenuto per anni che il mio fosse un inno alla droga. Il mio era tutt’altro, era un inno alla vita, ma non a quella piatta, dietro ad una scrivania, ma spericolata e al massimo”.

C’è chi dice no. Questa canzone nasce nel cosiddetto “secondo periodo”, perché dopo “Vita spericolata”, Vasco aveva già finito la sua carriera: si sentiva a posto perché aveva composto la canzone della sua vita. “C’è chi dice no” nasce dalla rabbia di ciò che aveva intorno in quel periodo: strumentalizzazione e poco rispetto verso gli altri. Questa è stata la sua risposta. Mentre parla, Vasco fa un ragionamento che tocca anche la fede: “Io invidio molto chi dà importanza alla fede, non avendola. Ma molti pensano che ci sia vita nell’Aldilà e non danno la giusta importanza all’Aldiqua. Dovremmo capire che abbiamo solo una vita ed è questa e sarebbe giusto viverla in armonia con gli altri”.

Gli spari sopra. All’inizio degli anni ’90, Vasco pensa alle persone a cui va sempre dritta: tecnicamente quindi gli spari sono sempre per i più deboli. E’ una critica aspra all’Italia di allora (ma anche dei giorni nostri), fatta di persone che riescono ad aggirare la giustizia senza fatica. Gli spari sopra stanno ad indicare il concetto di “andare sempre avanti a testa alta”. Non si china la testa per evitare uno sparo (metafora per dire che non chino la testa per paura che mi colpisci): se c’è da prendere un colpo, lo prendo, ma continuo a camminare a testa alta.

Stupendo. Vasco si definisce un figlio degli anni ’70. A quei tempi si sognava di cambiare il mondo, tanto da appoggiare l’ideale dell’anarchia, quella di Bakunin: l’utopia di un essere umano talmente responsabile da non aver bisogno di leggi. Questo ideale non aveva niente a che vedere con gli anarchici di piazza che lanciavano le bombe contro la polizia, anzi, quel tipo di espressione, Rossi l’ha sempre condannata. “Stupendo” indica il senso di malessere del cantante nel vedere come si sono ridotti coloro che sognavano un mondo diverso insieme a lui.

Vivere. Questa è una canzone particolare perché è nata in un momento in cui non riusciva più a scrivere canzoni. Il messaggio del pezzo è: “Vivi perché siamo qua e indietro non si torna”.

Sally. E’ una canzone scritta durante una vacanza a Saint-Tropez, pensando ad una ragazza di 35 anni che nella vita ne ha viste di tutti i colori. L’immagine della donna che non ha più voglia di combattere è migliore, mentre sarebbe stato strano scrivere lo stesso di un uomo, ma il testo non deve trarre in inganno: come lo stesso Vasco dichiara, Sally è la sua parte femminile. Quindi, in realtà, Sally è la parte stanca e sfiduciata del Komandante.

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