Chi ironizza sulla reunion dei Pooh dovrebbe vegorgognarsi

Chi ironizza sulla reunion dei Pooh dovrebbe vergognarsi

Ne ho lette di fesserie su Facebook e sugli altri social dopo la notizia della reunion (con addio definitivo alle scene) diffusa dai Pooh. Ilarità stupida, ilarità gratuita…ilarità diffusa. Una battuta squallida mi ha colpito su tutte: “I Pooh annunciano lo scioglimento dopo 50 anni. I fan nel panico si strappano i catateri”. Una battuta del cazzo: permettetemi il termine. Vorrei proprio conoscere il suo stupido ideatore.

Me lo immagino mentre passa il sabato sera sul divano di casa a non fare nulla, senza stimoli e senza passioni. Me lo immagino abbattuto, sempre sul divano, dopo 8 ore di lavoro umiliante. Me lo immagino in una sala prove di periferia, a suonare con rabbia quelle canzoni che dovevano portarlo al successo, ma che in realtà lo hanno fatto naufragare in un mare di delusioni e frustrazioni. Chissà cosa si prova a guardare quattro ultra sessantenni che hanno realizzato i tuoi sogni e non smettono di divertirsi. Quattro ultra sessantenni che da cinquant’anni fanno su e giù da un palco. L’invidia ha mosso questa persona e lo ha spinto a criticare, ma senza avere nessuna capacità critica.

Chi si diverte a prendere in giro i Pooh dovrebbe vergognarsi perché è da stupidi scagliare i propri sogni infranti contro questi musicisti che non si sono mai stancati di dare tutto per i propri fan, di spremersi fino all’ultima energia mentre potrebbero restare comodamente a casa e vivere di rendita e di SIAE. I Pooh meritano rispetto perche le loro canzoni sono state le colonna sonora delle vite di milioni di italiani: qualcuno si sarà innamorato, qualcun altro avrà superato un momento buio, altri avranno cementato un’amicizia grazie alla loro musica.

I Pooh hanno deciso di dire addio ai propri fan con una grande festa finale. Riccardo Fogli tornerà sul palco con i suoi vecchi compagni. Valerio Negrini invece non potrà essere con i suoi amici. Lo storico paroliere ha già detto addio a questo mondo due anni fa, e guarderà questo concerto da una postazione tutta sua, un grande palco privilegiato. Sotto il palco di Roma e Milano, invece, ci saranno tre generazioni, unite dalle note senza tempo dei Pooh. Una band che ha segnato la storia della musica italiana: un fatto oggettivo, al di là dei gusti personali.

A giugno molti italiani saranno tristi, altri saranno su Facebook a fare facile ironia. Per quanto mi riguarda vorrei che fosse già giugno…ma del 2045. Andrei dall’autore di quella frase sul “catetere”, osserverei la sua triste fine e gli ricorderei che alla sua età i Pooh erano su un palco a suonare davanti a sessantamila fan adoranti, mentre lui adesso si sta facendo svuotare il catetere in bagno dalla sua badante. Eh si…dalla sua badante. Perché pure sua moglie l’ha abbandonato dopo trenta anni di noia, frustrazione e tristezza.

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