mille papaveri rossi

Canzoni ispirate dall’incubo della guerra

Oggi Blog di musica intende proporvi un elenco di canzoni nate per denunciare gli orrori della guerra. In questi giorni, infatti, si ricorda l’eccidio delle fosse ardeatine, ovvero, l’uccisione di 335 civili e militari italiani, avvenuto a Roma il 24 marzo 1944. Inoltre, in queste ore, si sta parlando dell’attacco terroristico avvenuto a Londra, davanti al palazzo di Westminster che ospita il Parlamento britannico. Le brutalità della guerra e dei suoi istigatori ci appartengono, non è passato!

La Guerra di Piero, ovviamente non poteva mancare, ci riporta con la mente ai dolorosi racconti dei nostri nonni. Scritta da Fabrizio De André con l’arrangiamento musicale di Vittorio Centanaro, e pubblicata nel 1964. Il testo della canzone, infatti, rimanda alle reminiscenze di guerra dello zio del cantautore.

fermati Piero , fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po’ addosso
dei morti in battaglia ti porti la voce
chi diede la vita ebbe in cambio una croce

Non in mio nome del gruppo combat folk Casa del vento.Testo del 2003 che grida con rabbia il no alla guerra e ai suoi istigatori:

Contro un presunto nemico
Di civiltà e religione
Bocca che beve petrolio
Non partiranno i governanti
Né Sua Eccellenza, né il Parlamento
Ci manderanno giovani in armi
Il presidente sta vomitando
La sua bugia sulla nazione
Io non rispondo alla chiamata
Non in mio nome, non in mio nome.

Le Deserteur di Boris Vian, scritta nel 1954 e pubblicata il 27 maggio, ai tempi della disfatta della Francia nella Battaglia di Dien Bien Phu, che decretava la fine della guerra in Indocina. A quei tempi la canzone fu censurata e migliaia di 45 giri furono distrutti!In Italia venne tradotta da Giorgio Calabrese e incisa da Ornella Vanoni e, in seguito, anche da Ivano Fossati.Nel testo un uomo chiamato alle armi scrive una lettera al signor Presidente, volendo disertare la guerra e spiegando le sue nobili ragioni:

Ho appena ricevuto
i documenti militari
per partire in guerra
entro mercoledì sera.
Signor Presidente,
io non voglio farla
io non sono sulla terra
per ammazzar povera gente.
Non è certo per contrariarla,
ma devo dirle
che ho preso la mia decisone:
sarò disertore.
Se bisogna dare il proprio sangue
ma vada lei a dare il suo,
lei, così buon apostolo,
signor Presidente.
Se mi persegue
avverta le sue guardie
che non avrò armi
e che potranno sparare.

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