Clementino

Clementino ritorna con “Ragazzi Fuori”: testo + video

Clementino è tornato. Il rapper napoletano è in gara al Festival di Sanremo con il brano Ragazzi fuori, scritto in collaborazione con il collega Marracash, e a marzo lancerà il nuovo album di inediti Vulcano.

Clemente Maccaro, questo il suo vero nome, varca per la seconda volta consecutiva il palco dell’Ariston. Lo scorso anno presenta al grande pubblico il pezzo Quando sono lontano, tratto dalla riedizione dell’album Miracolo!, con il quale si piazza al settimo posto finale e con il quale affronta l’esodo di tanti che, spesso per questioni lavorative e per far fronte alla disoccupazione, sono costretti ad abbandonare la terra d’origine e trasferirsi altrove.

I Ragazzi fuori del 2017, invece, sono quelli che si trovano a vivere “in una città tanto ricca quanto complessa” dove il più delle volte il nemico numero uno è rappresentato dalla noia. Noia derivante dalla mancanza di un’occupazione che porta ad atteggiamenti distruttivi come l’abuso di sostanze illecite. “Tramite la mia passione per il rap sono riuscito a combattere e vincere quella noia”, afferma l’autore.

Sebbene faccia parte della scena rap locale e nazionale già dalla fine degli anni Novanta, Clementino pubblica il suo primo album in studio nel 2006, Napolimanicomio, al quale fanno seguito I.E.N.A. del 2011, Armageddon del 2013, Mea Culpa dello stesso anno e il già citato Miracolo! di due anni fa. Sale alla ribalta nazionale con il brano ‘O vient, pubblicato nel 2013 e divenuto un vero tormentone estivo, il cui videoclip su youtube ha ottenuto oltre 15 milioni di visualizzazioni.

Qui il video ufficiale di Ragazzi fuori. Di seguito il testo della canzone (autori C. Maccaro – F. Rizzo – S. Tognini).

Resto fino a quando sorriderai, tra le luci del mattino e poi
Questa non è l’aria che respirerai, ricordi quando eravamo noi
Resto fino a quando sorriderai, non ti sveglio in questo sogno
Scriverò sui muri della mia città, storie di ragazzi fuori
Finalmente stai dormendo
E via i pensieri in una stanza e non arriva il vento
Ricordo i passi, i calcinacci e tutto in quel momento
I primi viaggi da ragazzi e quanto eri contento
Non bastano risate qua per stare più sereno
Se questa vita ti ha servito pane col veleno
Una giornata normale, buttato in un locale
Quando tutto sembra uguale, giochi a carte con il male
E con due piedi dentro beh ci sono stato anch’io
Quando raschiavo il fondo inginocchiato a un falso Dio
Tu ca me parl cu l’uocchie e veco a faccia e papà
Ferite ngopp ginocchia scugnizzi dint a sta città
Resto fino a quando sorriderai, tra le luci del mattino e poi
Questa non è l’aria che respirerai, ricordi quando eravamo noi
Resto fino a quando sorriderai, non ti sveglio in questo sogno
Scriverò sui muri della mia città, storie di ragazzi fuori
È passato un altro inverno ragazzi fuori
Sotto il cielo e le rovine di palazzi e cori
Aspetto il treno delle tre qui dalla ferrovia
Mi dici «come stai», ti dico «come vuoi che stia»
Tutto si aggiusta via,
Ancora attendo, non comprendo questa giusta via
Per quanto tosta sia, non stare più in balia
È questo schifo che ha rubato tutta l’energia
Di questa vita mia
Siamo ragazzi soli perdonateci signori
Di queste intrusioni, ma quali illusioni
Nuovi messaggi, nuove generazioni nell’era delle menzogne e del buio
Siamo ragazzi fuori
Resto fino a quando sorriderai, tra le luci del mattino e poi
Questa non è l’aria che respirerai, ricordi quando eravamo noi
Resto fino a quando sorriderai, non ti sveglio in questo sogno
Scriverò sui muri della mia città, storie di ragazzi fuori
Storie di ragazzi fuori
Le mie storie di ragazzi fuori
Storie di ragazzi fuori
Eravamo noi, dove eravamo noi
Storie di ragazzi fuori
Resto fino a quando sorriderai, tra le luci del mattino e poi
Questa non è l’aria che respirerai, ricordi quando eravamo noi
Resto fino a quando sorriderai, non ti sveglio in questo sogno
Scriverò sui muri della mia città, storie di ragazzi fuori

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