Le più belle canzoni di Fabrizio Moro

Nel 2007 raggiunse la grande notorietà nazionale grazie al brano Pensa che, presentato al Festival di Sanremo, si aggiudicò la vittoria nella sezione giovani, il Premio Mia Martini della Critica e il Premio della Stampa. A 10 anni da quello straordinario successo, il cantautore romano Fabrizio Moro, già attivo dal finire degli anni novanta, ha prodotto tanti lavori, perciò Blogdimusica vuole dedicargli un doveroso spazio ricordando dieci dei suoi pezzi incisi.

Proprio a dieci anni dall’apice della sua carriera, ritorna nel 2017 sul Palco dell’Ariston con il brano Portami via, apripista dal nuovo lavoro di inediti Pace, e contemporaneamente lancia un vinile 33 giri con un’edizione speciale di Pensa. Sarà possibile assistere all’anteprima live in due date: il 20 aprile al Fabrique di Milano e il 26 maggio al Palalottomatica di Roma.

Ecco, dunque, le più belle canzoni di Fabrizio Moro scelte da noi.

Pensa. L’abbiamo già menzionato perché è il brano più celebre della sua produzione, tanto da conquistare il disco di platino per le vendite. È una riflessione contro la violenza e la mafia e il testo fu ispirato in seguito alla visione del film su Paolo Borsellino.

Sono anni che ti aspetto. È uno degli ultimi lavori incisi, pubblicato nel 2016, presentato dall’artista romano con queste parole: “Nella vita riusciamo a vincere alcune delle nostre paure soltanto con le conferme. Le conferme sono la parte essenziale del nostro sviluppo umano […] Guardando mia figlia di appena un anno che, indecisa, provava con coraggio a salire le scale, incerta su ogni gradino, ho ripensato alla mia vita e ho scritto questa canzone”.

Eppure mi hai cambiato la vita. Dopo il trionfo del 2007, ecco che l’anno successivo Moro ritorna all’Ariston con il brano Eppure mi hai cambiato la vita, un amore finito male che si classifica al terzo posto ed è tuttora uno dei pezzi più famosi.

Acqua. Esce nel marzo 2015 all’interno dell’album Via delle Girandole 10 e racconta un insieme di sensazioni che l’autore ha vissuto nel suo ultimo anno, i viaggi, l’amore verso i figli, le gioie e le difficoltà.

Libero. Il pubblico la ricorda perché sigla della serie tv I Liceali, ma Libero è uno dei manifesti programmatici di Moro (non a caso è il nome dato a suo figlio). La libertà è sacra come il pane, è lo slogan che ha sul tatuaggio.

Il senso di ogni cosa. Contenuto nell’album Barabba del 2009, Il senso di ogni cosa è una sentita canzone d’amore nei confronti del figlio, la principale ragione per cui valga la pena di affrontare giorno dopo giorno la vita.

L’eternità. “In fondo l’eternità sei tu” è l’espressione chiave per capire questo brano scritto nel 2013 e contenuto nell’album L’inizio.

Parole rumori e giorni. Dall’album Pensa, ecco questa hit il cui videoclip vince il Premio Roma. “Siamo fatti per sbagliare e poi tornare indietro e desiderare sempre quello che sta dietro al vetro”.

Sono solo parole. Tutti conosciamo la canzone interpretata da Noemi, ma è proprio Moro l’autore del testo, un testo sull’incomunicabilità e sull’importanza dei gesti al di là delle parole.

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