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Le 10 frasi delle canzoni più utilizzate su Instagram (VIDEO)

Le didascalie al tempo di Instagram sono tutto, spesso risultano più importanti della foto stessa, come se volessimo lanciare un messaggio a qualcuno con una foto in allegato. Ma andiamo con ordine. Tempo fa, in maniera molto generica, abbiamo deciso di raccontarvi delle 10 frasi più abusate sui social; questa volta vogliamo entrare nel vivo della questione per parlare di quelle che sono le didascalie, tratte dalle canzoni, più diffuse tra le foto di Instagram.

Cominciamo subito:

“E qualcuno ancora si stupisce del fuoco sacro che ci unisce”.

(da Gioia Infinita – Negrita)

Spesso accompagnata dalla foto di un gruppo di adolescenti, perlopiù di sesso femminile, che non vedono l’ora di dimostrare al mondo quanto si divertono tutti insieme. Sembra che chi abusi di questa frase soffra di manie di protagonismo, non è stato ancora trovato, infatti, nessuno osservare a bocca aperta la compagnia di cui sopra (men che meno a fare commenti sul fuoco, sacro o profano che sia).

“È il segno di un’estate che vorrei potesse non finire mai”.

(da Estate – Negramaro)

Parlare di questa frase il 29 agosto provocherà probabilmente diversi bronci, ne siamo consapevoli, ma come ignorarla? In questo caso parliamo di persone facilmente condizionabili, basta infatti una giornata sì per scatenare quella “stupida allegria”. Gli unici segni permanenti per tutta l’estate sembrano al momento le occhiaie, le ustioni e quelli del costume, ma restiamo in attesa di scoprirne di nuovi.

“Vieni da me, abbracciami e fammi sentire che sono solo mie piccole paure”.

(da Vieni da Me – Le Vibrazioni)

Anche qui a far da padrone alla scena sono le donne; selfie col broncio e via con il successo del 2003. Il motivo della scelta è ancora sconosciuto: sembra infatti che un giorno un ragazzo si sia avvicinato alla sua lei per darle conforto e chiederle se stesse bene, è scontato dirvi che le ‘piccole paure’ non abbiano tardato a trasformarsi in un immediato ‘sto bene, non ho nulla’; come da copione.

“Ai miei amici esauriti, alle notti felici di vizi proibiti, e realizzi che lo stile è quando siamo uniti”.

(da Gente che Spera – Articolo 31)

Se per “Gioia Infinita” avevamo come protagoniste le ragazze, tocca finalmente a noi maschietti prenderci il centro della scena. Sentire J-AX parlare di amicizia senza commentare quella finita male con l’amico fraterno Dj Jad è difficile, per questo spesso ricorriamo a questo vecchio, ma attualissimo, successo degli Articolo 31. I dettagli sulle “notti felici” restano ovviamente nel branco, ci spiace per i curiosi.

“E per quanta strada ancora c’è da fare…amerai il finale”.

(da Buon Viaggio – Cesare Cremonini)

Cesare Cremonini si reinventa come una delle Parche e prevede rose e fiori alla fine del nostro fantomatico “viaggio”. La stessa positività accompagna i nostri Igers che, sulle ali dell’entusiasmo, colorano i propri viaggi con questo brano. Chi scrive può raccontarvi che, dopo averla ascoltata, una nota compagnia di volo ha deciso di lasciarlo a terra per altre dodici ore. Amerai il finale…ssse!

“Grazie per ogni singolo momento nostro, per ogni gesto, il più nascosto, ogni promessa, ogni parola scritta…”

(da Grazie – Zero Assoluto)

Suggellare un’amicizia, salutare un amore finito, è a questo che serve il brano del duo romano. La seconda ipotesi è ovviamente la più remota, visto che siamo soliti reagire in maniera diversa quando qualcosa finisce (vedi “le 10 canzoni da dedicare a chi vi ha ferito”).

“Sono cambiamenti solo se spaventano”.

(da Di Domenica – Subsonica)

I Subsonica non sapevano che la loro hit sarebbe diventata una scusa per giustificare ogni minima follia commessa; particolarmente utile per chi decide di azzardare un nuovo taglio di capelli. I nostri furbacchioni, infatti, prima di buttarsi nella mischia e di sfoggiare la frangetta di Jim Carrey in “Scemo & più Scemo”, sono soliti pubblicare una foto che possa mettere in guardia tutti e che dimostri una totale consapevolezza della scelta compiuta.

“Strano come spesso basti un viaggio…”.

(da Il Viaggio – Daniele Silvestri)

Il vero dramma di questa frase sta in quei puntini di sospensione, visto che spesso la frase viene troncata per adattarsi meglio alle foto delle nostre vacanze. Perché un dramma? Strano come spesso basti un viaggio per ritrovarsi, al ritorno due corna che nemmeno l’alce di Abercrombie; strano come spesso basti un viaggio per poi rendersi conto che, forse, avremmo fatto meglio a studiare per l’esame imminente. Potremmo continuare, ma pensiamo di aver reso l’idea.

“Gli anni delle immense compagnie, gli anni del tranquillo siam qui noi”.

(da Gli Anni – 883)

Stessa frase, stessa foto, magari anche stesso bar, proprio come dice Max. Quante volte ci ritroviamo di fronte a scatti di quel momento imbarazzante in cui il festeggiato di turno, vista la nomea di “canzone da cantare per i diciott’anni” (vedi anche Acqua e Sale, Certe Notti) decide di radunare i suoi fedeli compagni di scorribande per stonare questa hit senza tempo? Troppe, senza dubbio.

“Un tuffo dove l’acqua è più blu, niente di più”.

(da Eppur mi son scordato di Te – Lucio Battisti)

Un must, particolarmente nel periodo estivo. In quella che per Battisti è una scappatella da niente, noi, sempre abilissimi nel manipolare le canzoni a nostro piacimento, vediamo invece la perfetta didascalia per i nostri carpiati. Sarà medaglia?

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