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- Autore: Redazione BlogDiMusica
- Pubblicato: Feb 6, 2016
- Categoria: Classifiche, Italiane, News
Gli ultimi saranno primi, la regola non scritta del Festival di Sanremo (FOTO E VIDEO)
“Gli ultimi saranno primi“. Così il Vangelo secondo Matteo che chiude la parabola dei lavoratori della vigna, ma da anni sembra essere sempre più la regola non scritta del Festival di Sanremo.
Regola che abbiamo potuto già constatare in questa marcia di avvicinamento a Sanremo con le canzoni più alternative del Festival di Sanremo, finite quasi tutte in posizioni basse e consolate però dal boom di vendite ottenuto nel dopo Festival.
Abbiamo già abbondantemente parlato dell’esclusione dopo la prima serata del Festival del ’96 di Carmen Consoli con “Confusa e Felice“, dei Subsonica con “Tutti i miei sbagli” arrivati undicesimi nel 2000 e del clamoroso ultimo posto dell’anno dopo dei Bluvertigo con “L’assenzio“.
Ma andando indietro, fin dagli albori del Festival più popolare della canzone italiana possiamo notare come le canzoni piazzatesi nelle posizioni più basse abbiano ottenuto poi un crescendo di successo, che anzi sembra rafforzarsi negli anni.
Potrebbe essere il caso de “L’immensità” , scritta da Don Backy, Mogol e Detto Mariano e portata al Festival del ’67 dallo stesso Don Backy con Johnny Dorelli per classificarsi solo nona, ma riscuotere così tanti apprezzamenti da divenire il loro più grande successo commerciale. O quello del “Cuore matto” che pochi anni fa ha tradito il mitico Little Tony, che nella stessa edizione cui sopra si classificò subito dopo. I due brani sono quelli che hanno ottenuto maggior successo di vendite tra quelli partecipanti al Festival di Sanremo 1967.
Un caso?
Adriano Celentano – Il ragazzo della via Gluk ecco il video
Ed invece vogliamo soffermarci sull’edizione numero sedici del Festival, quando Adriano Celentano portò all’allora Salone delle Feste del Casinò Municipale di Sanremo la canzone che ha reso celebre la via del quartiere Greco di Milano dove il cantante viveva da ragazzo con la famiglia. Parliamo ovviamente de “Il ragazzo della via Gluck” che fu eliminata dopo la prima serata per poi diventare nel tempo una delle canzoni più note di Adriano, ed anche una delle più rappresentative, poiché nel testo vi sono molti riferimenti autobiografici.
Canzone che non ha portato nemmeno bene agli Almamegretta nel 2013 quando nella serata chiamata “Sanremo Story“, dove i Big in gara potevano portare una canzone sanremese, scelsero di portare proprio “Il ragazzo della via Gluck“, arrivando ultimi.
Accompagnati da Clementino, James Senese e Marcello Coleman offrirono una grande esibizione introvabile sul web a causa dei continui riferimenti all’erba libera.
Quando si dice avere il pollice verde.
Almamegretta – Il ragazzo della via Gluck ecco il video dell’esibizione tanto discussa
Lucio Dalla – Piazza Grande ecco il link
Nel 1972 Lucio Dalla non si classificò ultimo, ma per una canzone senza tempo come “Piazza Grande” piazzarsi all’ottava posizione su 14 in gara un pò è come se lo fosse.
Dedicata ad un senzatetto che viveva in Piazza Maggiore a Bologna, città natale di Dalla, non è solo un omaggio a chi è più sfortunato di noi, ma anche un inno ad un luogo caratteristico delle città italiane. La piazza, come centro di scambi, incontri, confronti, dove si sviluppa una vita autenticamente comunitaria, anche nelle città più grandi. Una sorta di agorà dei giorni nostri tanto da far sentire un senzatetto a suo agio, come se fosse a casa sua.
Il giusto riconoscimento nel 2001 quando il Ministero della Pubblica Istruzione ha inserito la canzone come testo di studio nell’esame di maturità.
Vasco Rossi – Vita spericolata ecco il link
Negli anni ’80 la regola degli ultimi che saranno primi si conferma definitivamente.
Nel 1985, Zucchero arriva penultimo con quella che poi diverrà la colonna sonora dell’8 Marzo, ossia “Donne“.
Ma prima ancora, nel 1982, un giovanissimo Vasco Rossi che pensava di andare al massimo si piazzò invece dietro tutti. L’album omonimo “Vado al massimo” d’altro canto è rimasto in classifica per sedici settimane e vendette più di 100.000 copie.
Ci riprova allora l’anno dopo. Il risultato però non cambia molto. Alle spalle di Vasco, infatti, finirà il solo Pupo con un solo punto in meno.
La canzone di Vasco in questione va al di fuori dei soliti schemi, è un inno generazionale, piuttosto che la solita canzonetta sanremese.
La sua “Vita spericolata” infatti diverrà un mantra che è passato di generazione in generazione e come dirà lo stesso Vasco qualche tempo dopo “Nel senso di vivere pericolosamente, alla Nietzsche che diceva: “Dall’esistenza la fecondità più grande e il diletto più grande è vivere pericolosamente</em".
Il tempo che impiegò per scriverla? "33 anni. Quelli che avevo quando l’ho scritta“.
Il tempo per diventare una hit? ovviamente, subito dopo Sanremo.
Max Gazzè – Una musica può fare ecco il video
La fine degli anni ’90 regala alla platea di Sanremo un nuovo artista. Nella sezione giovani del ’99, infatti con “Musica può fare” si presenta il cantautore romano Max Gazzè.
Si fa quindi conoscere da quella parte di pubblico che aveva perso i suoi esordi e le sue prime canzoni come “Cara Valentina“, “Vento d’estate” in duetto con Niccolò Fabi e “La favola di Adamo ed Eva“.
Neanche a dirlo, finì solo ottavo nella sua prima esperienza al Festival, vendicandosi quasi dieci anni dopo con “Il solito sesso” finito appena dietro il podio.
Entrambe le canzoni saranno quelle più trasmesse in radio, successivamente le rispettive edizioni del Festival.
Quello che una musica può fare.
Negramaro – Mentre tutto scorre ecco il link
In quanto a sorprese anche i giorni nostri non hanno voluto essere da meno.
Nel 2002 Daniele Silvestri, dopo il Festival salì dal quattordicesimo posto ottenuto alle prime posizioni in termini di vendite. La canzone neanche a dirlo era “Salirò” e come se ci riuscì.
Giusto tre edizioni dopo, a salire sul palco dell’Ariston un gruppo rivelazione per il panorama italiano. Dal salento i Negramaro di Giuliano Sangiorgi, che prendono il nome appunto da un vitigno della terra d’origine della band.
L’eliminazione dopo appena la terza serata è frutto anche di problemi tecnici che imposero ai Negramaro di ripetere la loro esibizione con conseguente ripetizione delle votazioni.
“Ma siete sicuri che siano questi gli esclusi?” le parole di Bonolis, allora conduttore della rassegna.
Il brano ed i Negramaro avranno modo di rifarsi subito dopo. “Mentre tutto scorre” fu inserita nella colonna sonora de “La febbre” film di Alessandro D’Alatri ed i Negramaro, beh, è storia tutt’ora recente.
L’edizione numero 66 del Festival di Sanremo si avvicina inesorabilmente e strano a dirsi ma per ora l’augurio che facciamo a tutti gli artisti in gara è di arrivare ultimi e non ce ne vogliano, tanto si sa gli “ultimi saranno primi“.